Nella lingua, appari come il fiore innocente. Ma sii la serpe che vi si cela sotto. Lady Macbeth (Atto I, Scena V).
Se un giorno, in un'altra vita, fossi una grande attrice di teatro acclamata dal pubblico o semplicemente se in questa vita trovassi il coraggio di salire sul palco del teatro parrocchiale un venerdì sera qualunque, davanti ad una platea vuota ed in penombra, dopo che catechisti, educatori e frequentatori della parrocchia fossero andati via, mi piacerebbe cimentarmi nel celebre monologo di Lady Macbeth tratto da questa immensa tragedia.
A parte la grande boiata appena scritta, ho ripreso Shakespeare dopo anni da quando lo lessi all'Università e forse non ne apprezzai fino in fondo la grandezza. All'epoca il corso di studi era incentrato sulle commedie: La bisbetica domata, La tempesta, Come vi pare, Il mercante di Venezia (beh, in effetti il monologo di Shylock sugli ebrei mi aveva già dato i brividi allora).
Qualche settimana fa, invece, per caso mi sono imbattuta nel trailer di Macbeth, film in uscita oggi 5 gennaio e - complici i meravigliosi attori che interpretano la malvagia coppia, Michael Fassbender e Marion Cotillard - mi sono detta che non potevo presentarmi in sala senza aver letto l'originale.
Se anche per una qualunque ragione ora dovessi perdermi la visione del film, a dispetto della meravigliosa coppia di cui sopra, sarei comunque ben contenta di aver fatto la conoscenza del Barone di Glamis e della sua perfida signora.
Non mi dilungherò a parlare di un capolavoro del teatro e della letteratura di tutti i tempi; sicuramente ci ritornerò quando avrò visto anche il film. Mi limito a citare i versi che un giorno, in un'altra vita o in questa, vorrei avere il coraggio di osare "recitare":
Venite, Spiriti
Che presiedete a pensieri di morte, toglietemi
Il sesso e riempitemi tutta, dalla testa
Ai piedi, della più feroce crudeltà!
Rendete denso il mio sangue, fermate
L'accesso e il varco alla compassione affinchè
Nessuna compunta visita dei sentimenti
Naturali scuota il mio tristo proposito
O ponga una tregua tra questo e l'esecuzione!
Venite alle mie mammelle di donna
E mutate il mio latte in fiele, voi,
Ministri d'assassinio, dovunque nelle vostre
Sostanze invisibili attendete ai misfatti
Della Natura! Vieni, densa Notte,
E avvolgiti nel più scuro fumo d'inferno,
Affinchè il mio coltello acuminato non veda
La ferita che fa, ne' il Cielo, attraverso
La coltre del buio, s'affacci per gridare
"Ferma, ferma!"
W. Shakespeare - Macbeth, Atto I, Scena V
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