lunedì 9 febbraio 2015

A Single Man

"Sono esattamente ciò che sembro...se mi guardi da vicino".

Un fortunato zapping di domenica pomeriggio mi ha portata su Rai Movie nel preciso momento in cui Colin Firth, nei panni del professor George Falconer, in A Single Man, teneva alla sua classe di letteratura inglese un discorso sulla paura.

Avevo già visto questo film, qualche mese fa. Però riascoltare quelle parole mi ha fatto sperare che, una volta ogni tanto, il palinsesto Rai sia capace di meravigliose sorprese.

A Single Man è un film lirico ed elegante, il dramma di un amore distrutto dalla morte dell'amato Jim, a cui il professor George intende mettere fine, compiendo un gesto estremo.

Un racconto che dura 24 ore in una Los Angeles del 1962, bigotta, che non accetta l'omosessualità e vive di facciata, come le artificiali famiglie che George si ritrova per vicini di casa, nelle loro villette e nei loro sorrisi omologati. Lezione di cinema, la scena in cui Firth attraversa il viale del quartiere residenziale in cui vive, immaginando di puntare una pistola contro i protagonisti di quelle scene melense che - private della loro ambientazione Sixties - mi hanno riportato alla mente l'improbabile e artificiale party a bordo piscina del videoclip di Imitation of life, brano dei R.E.M di qualche (quasi quindici - ahimè) anno fa.

Film tra i più belli in assoluto degli ultimi anni, è valso una meritatissima Coppa Volpi a Colin Firth per la migliore intepretazione maschile, mentre è rimasto a bocca asciutta agli Oscar 2010, dove - tra l'altro - non era neanche candidato come miglior film. A dimostrazione che gli americani hanno creato Hollywood e hanno dimenticato cos'è il cinema.

Julianne Moore, nei panni dell'amica Charlie, scrittrice alcolizzata e fallita, è immensa come suo solito.
Fotografia e costumi eccezionali: immagino c'entri qualcosa il fatto che dietro la macchina da presa ci sia l'occhio molto glamour e magnificamente ispirato di Tom Ford, stilista prestato meravigliosamente al cinema.

Non ho letto il libro da cui è tratto, A Single Man (in Italia Un uomo solo), scritto da Christopher Isherwood nel 1964. Ma se in quelle pagine vibra la stessa intensità dei violini della colonna sonora, senza ombra di dubbio, siamo di fronte ad un capolavoro.

Un assaggio del fortunato zapping di una domenica pomeriggio:

"Facciamo così. Dimentichiamo il signor Huxley per oggi e parliamo un po’ della paura. La paura, dopo tutto, è il nostro vero nemico. La paura sta invadendo il nostro mondo. La paura viene manipolata per usare la nostra società. E’ così che i politici spacciano la loro politica. E Madison Avenue ci vende cose che non ci servono. Pensateci su: la paura di essere attaccati; la paura che ci siano comunisti in agguato dietro ogni angolo; la paura che un piccolo paese dei Caraibi che non condivide il nostro stile di vita costituisca una minaccia; la paura che la cultura nera possa conquistare il mondo; la paura dei fianchi di Elvis Presley (forse di quello dovremmo avere paura); la paura che l’alito cattivo possa rovinarci le amicizie; la paura di invecchiare, di essere soli; la paura di essere inutili, che non interessi ciò che abbiamo da dire. Passate un buon weekend".

Voto: ★ ★ ★ ★ ★

Nessun commento:

Posta un commento