lunedì 15 giugno 2015

Cinque pezzi facili ... non da ombrellone!

L'estate è alle porte, ormai. Anzi, in quanto a temperature, da queste parti ci siamo abbondantemente dentro. Col primo caldo, inizia la spasmodica ricerca di refrigerio, per il corpo e per lo spirito. Mentre per il corpo bevande fredde e ombra (possibilmente generata da un ombrellone in riva al mare, accarezzati da una piacevole brezza) offrono una soluzione più che soddisfacente, per la mente abbiamo bisogno di leggerezza.

E nell'immaginario collettivo in cui tutti i TG italiani ci relegano, negandoci qualsiasi possibilità di distinguerci, il bisogno di leggerezza può essere soddisfatto da quell'aberrante odiosa categoria di libri adatti alla "lettura da ombrellone".

Sarò stata una bambina e poi un'adolescente problematica (molto probabilmente questo fa di me anche una giovane adulta problematica), ma da bambina e ad adolescente, al mare non leggevo, mentre trascorrevo i pomeriggi estivi in compagnia di letture di pari dignità di quelle "impegnate" destinate a stagioni più nobili: l'autunno e l'inverno.



In buona sostanza, la definizione "lettura da ombrellone" mi provocava e mi provoca ribrezzo quasi quanto la categoria "letteratura rosa" o "letteratura femminile", che sottintendono in maniera neanche tanto velata che solo le donne sono capaci di apprezzare porcherie di tal fatta che ricadono nelle appena menzionate classificazioni.

Sto tergiversando e per giunta indulgendo in un eccesso di acidità, che più che problematica, mi rende antipatica. Perciò tornerò al punto di partenza, o almeno a quello che voleva essere il preambolo per introdurre dei brevissimi cenni a letture datate (nel senso che risalgono a più di due anni fa), ma di cui ancora oggi conservo un ricordo abbastanza vivo - cosa che mi fa pensare di averle gradite al tempo.

Chi ha letto fin qui sa che non si tratta di consigli "da ombrellone", per le ragioni abbondantemente spiegate. Sono piuttosto, consigli di lettura, nella maggior parte dei casi - come leggerete più avanti - non propriamente rientranti nella irritante moda estiva (anche perchè... leggete il primo titolo!).

Gelide scene d'inverno, Ann Beattie. minimum fax, 2009.
Trama: Charles è ossessionato da Laura, che lo ha lasciato per tornare da suo marito. Vive in una situazione famigliare complicata da una madre con disturbi mentali ed un patrigno piuttosto mediocre. Nevica praticamente sempre.
I tre classici buoni motivi per leggere questo libro: 
1. i dialoghi tra Charles e Sam, memorabili
2. le telefonate di Pete, il patrigno
3. Laura, nelle ossessioni di Charles, naturalmente. Anche dopo averlo finito da qualche giorno, ricordo che non riuscivo a scrollarmi dalle spalle i fiocchi di neve copiosamente caduti durante la lettura. E dire che trovavo Charles assolutamente antipatico...

Scusate la polvere, Elvira Seminara. Nottetempo edizioni, 2011.
Trama: A 44 anni, Coscienza (chiamata con diversi evocativi diminutivi) si ritrova vedova, a seguito di un incidente stradale in cui suo marito perde la vita insieme ad una donna sconosciuta e avvolta da un mistero, che porterebbe a trarre inevitabili conclusioni, salvo poi scoprire che le cose non sempre stanno come sembrano.
Perchè leggerlo: Una scrittura "fresca", leggera, ma ricercata, pensata e soprattutto vissuta. Una piacevole scoperta di un'autrice per me finora sconosciuta, che in un giallo dalle tinte chiare e scure, con ironia e grandi doti di empatia, affronta il tema dell'amore, della morte, della solitudine, delle paure e anche della vita. In più, la Sicilia viene finalmente presentata come una terra dove il tempo non si è fermato, ma passa come in tutto il resto del mondo. Il titolo, accattivante, prende spunto dall'epigrafe tombale di Dorothy Parker: Scusate la polvere, appunto.

Le dodici domande, Vikas Swarup. Guanda, 2008.
Trama: Ram è un paria nell'India sovraffollata di intoccabili e poveracci costretti ai lavori più umili per sbarcare il lunario. Quando vince al quiz televisivo, The Millionaire, nessuno degli organizzatori pensa che un cameriere ignorante possa arrivare in fondo al gioco senza barare. Perciò viene arrestato e nel racconto delle sue vicissitudine all'avvocato che lo difende, ripercorre la sua difficile esistenza. Leggerlo perchè: 
Ero nel pieno della lettura del libro, quando vidi al cinema la pluripremiata pellicola tratta dal libro, The Millionaire, di Danny Boyle. Il paragone non regge. Il film, rispetto al libro, appare debole e un po' scontato, strizza l'occhio al clichè della favola a lieto fine, anche se non risparmia scene di violenza abbastanza crude. Il libro è altro. Se vuoi sentire gli odori, le voci, i rumori degli slums indiani, devi perderti tra le sue pagine.

Alta fedeltà, Nick Hornby. Guanda, 1999.
Trama: Rob ha 35 anni e gestisce un negozio di vinili, in una Londra ed in un'epoca in cui in pochi apprezzano il "vintage". E' stato mollato da Laura, e la sua vita è scandita da liste e classifiche che sembrano semplificarli l'esistenza. La musica, ça va sans dire, ha un ruolo predominante nelle sue giornate e nelle pagine del libro.
Lo consiglierei perchè, oltre al valore affettivo (una mia carissima amica mi regalò questo libro per il mio 3x° compleanno), si tratta di un libro che si fa leggere piacevolmente, che fa pensare senza causare fastidiose emicranie, ma che è sicuramente più profondo di quello che può sembrare. Non leggerlo potrebbe portare a snobbare ingiustamente un buon testo.

Nessun Dio in vista, Altaf Tyrewala. Feltrinelli, 2008.
Trama: Sullo sfondo dell'allora Bombay, si snodano le vicende di una famiglia alle prese con incomprensioni e drammi di grandi e quotidiane dimensioni.
Perchè leggerlo? 
Interessante ed originale la struttura narrativa del romanzo, che attraversa una galleria di istantanee della vita di personaggi diversi, ma le cui esistenze hanno un punto di contatto. Ricorda Babel di A. Inarritu, indimenticabile film con trame ed esistenze legate da un filo invisibile. Nel romanzo viene fuori una voce corale, polifonica riconducibile ad una varietà umana il cui tratto comune è la sofferenza.

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