Succede che gesti piuttosto distratti ed automatici riportino alla mente ricordi ed emozioni sopite appartenenti ad un passato neanche tanto recente, e suscitino la voglia di preservarli, affidandoli ad uno scritto. Qualcosa del genere era capitato a Marcel Proust, che al solo profumo di una madeleine appena sfornata, aveva sentito l'urgenza di fermare lo scorrere del tempo in un 'opera in sette volumi, Alla ricerca del tempo perduto, appunto.
Personalmente, mi è capitato qualcosa di più prosaico: riponendo dei DVD sulla loro mensola, lo sguardo mi è caduto accidentalmente sulla copertina di Un bacio appassionato, film che mi aveva molto "appassionato" all'epoca in cui l'ho visto e di cui avevo scritto due righe in un file che conteneva anche delle considerazioni su un altro film molto bello, L'ultimo re di Scozia.
Ci ho dato una rilettura, una ripulita ed eccole qui, quasi "appena sfornate" come la madeleine di Proust. Io, rispetto al buon Marcel, mi sono trattenuta: non mi ci sono voluti sette volumi! E di certo non è una lettura profonda quanto le pagine dello scrittore francese, ma ci si impiega meno tempo per portarla a termine: questo è sicuro!
L'ULTIMO RE DI SCOZIA
Ci sono angoli di mondo completamente ignorati: che si parli di Namibia, Lesotho, Uganda, Ruanda, restano sempre Africa, ad eccezione delle esotiche mete marocchine, egiziane, tunisine e kenyote, automaticamente associate a non-luoghi paradisiaci di relax e mare cristallino. Dopo aver visto L'ultimo re di Scozia, l'Africa avrà uno Stato in più: l'Uganda, e conosceremo qualcosa in più della sua storia.
Nel 1971 il generale Idi Amin Dada rovescia il governo di Milton Obote con un colpo di stato ed acclamato dal popolo, che vede in lui la speranza di rinascita, assume il potere instaurando un regime dittatoriale di sospetto e violenza per cui si renderà debitore verso la Storia, il popolo ugandese e l'umanità tutta di circa 300.000 vittime brutalmente massacrate in 8 anni di governo.Nella cornice storica di fatti realmente accaduti, è ambientata la storia, immaginaria, di un giovane scozzese, Nicholas Garrigan, che fresco di laurea in medicina e assetato di esperienza, ma soprattutto di voglia di sottrarsi ad un futuro professionale all'ombra del padre, affida ad un mappamondo fatto ruotare a caso, la scelta della sua destinazione: Uganda, Africa.
Realtà storica e finzione cinematografica si incontrano quando appena arrivato in Uganda, il giovane rimane folgorato dall'ex pugile diventato carismatico leader dalle eccellenti doti oratorie, al quale presta soccorso in seguito ad un incidente. L'ammirazione è reciproca tant'è che Amin in persona chiede a Nicholas di diventare suo medico personale e poi principale consigliere.
Film interessante dal punto di vista storico, in primis, in quanto punta i riflettori su uno dei paesi dimenticati da Dio e dall'uomo, vessato dalla violenza del regime sanguinario di un dittatore, raccontando la storia di una figura politica controversa, che si mostrò dapprima benevolo verso il popolo e deciso a riportare il benessere economico e sociale al suo paese, per rivelarsi poi, un pazzo assetato di sangue. L'Amin trascinatore di masse rappresenta l'Africa, i suoi colori, la giovialità del suo popolo, il folclore, il ballo, la festa. L'Amin tiranno a capo dello Stato africano è un mostro di disumana crudeltà e spietatezza, addirittura sospettato di pratiche abominevoli come il cannibalismo.
Tuttavia, a ben vedere, tra lui e il giovane medico scozzese, che dimentica presto lo scopo umanitario del suo viaggio, non c'è una differenza sostanziale: ambedue agiscono ammaliati dal desiderio di potere, prima e da quello di vendetta, dopo.
In più, il film si chiama L'ultimo re di Scozia (come il romanzo da cui è tratto) in quanto Amin si autoproclama Re di Scozia, mostrando la sua ammirazione per la Scozia che si era ribellata in passato al dominio britannico che si era esteso fino all'Uganda. Garrigan è un giovane laureato scozzese. Il cerchio si chiude.
Badando all'aspetto prettamente cinematografico, le due ore del film sono dominate da un Forest Whitaker in un'interpretazione superbamente umana del generale Amin, che gli vale il meritatissimo Oscar come Migliore Attore Protagonista nel 2007. Anche James McAvoy/Garrigan si mostra all'altezza della trama avvincente a tinte fosche, degna di un dramma shakespeariano.
L'ultimo re di Scozia
Diretto da Kevin MacDonald. Con Forest Whitaker, James McAvoy, Kerry Washington, Simon McBurney, Gillian Anderson. Gran Bretagna, 2006.
UN BACIO APPASSIONATO
Pellicola del 2004 di tono più soft rispetto a quelle più "impegnate" in cui Ken Loach rivendica a gran voce i diritti degli ultimi e dei diseredati in una società profondamente ingiusta ed indifferente, forse per questo passata un po' in sordina rispetto a tanti altri lavori del regista inglese.
In realtà, anche Un bacio appassionato è una storia di conflitti, di incapacità di comunicazione, di pregiudizi e prese di posizione che creano barriere apparentemente insormontabili.
Mutuando il titolo originale da una poesia dello scozzese Robert Burns, Ae Fond Kiss, Ken Loach dirige una delicata storia d'amore impossibile tra un'insegnante di musica irlandese (leggi cattolica) ed un giovane dj pakistano in una piovigginosa Glasgow che colora di grigio le vite due mondi arroccati su posizioni di chiusura al dialogo ed all'accettazione dell'altro.
La famiglia del giovane Casim ha già deciso per lui la ragazza da sposare, suo padre sta allargando la casa di famiglia per far posto a quella del giovane con la sua sposa. Un destino già stabilito, che Casim accetta con tranquillità fino a quando conosce Roisin, docente di musica nella scuola cattolica frequentata da sua sorella.
Lo scontro è inevitabile: il padre di Casim non accetterà mai una donna cattolica nella vita del figlio, così come la scuola cattolica in cui insegna Roisin considera immorale la sua condotta additando come cattivo esempio per la comunità la sua convivenza con un uomo al di fuori del legame del matrimonio, e soprattutto musulmano.
Posizioni rigide che però non ostacolano l'amore tra i due e soprattutto non nascondono come all'origine delle stesse, ci sia la negazione di ogni possibilità di integrazione (il negozietto di genere alimentari del padre di Casim è preso d'assalto continuamente dallo scherno e dai dispetti di una parte intollerante della comunità cittadina che mal sopporta "l'invasione" del diverso per fede e cultura) a dispetto delle promesse di civile convivenza incarnate dal meltin' pot metropolitano occidentale modello anglo-americano.
Tuttavia, Ken Loach non è Shakespeare e Casim e Roisin non sono Romeo e Giulietta. Una possibilità c'è. Si tratta di compiere scelte individuali, fatte a costo di rinunce, ma nella consapevolezza di non poter rinunciare alla propria libertà.
Film degno di attenzione perchè fresco, delicato ed intenso come lo sguardo dei due ragazzi che si affacciano curiosi l'uno al mondo dell'altro lasciando che l'occhio indiscreto della cinepresa invada silenziosamente le loro vite e li segua nella loro ricerca della felicità.
Un bacio appassionato
Diretto da Ken Loach. Con Atta Yaqub, Eva Birthistle. Gran Bretagna, 2004.
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