venerdì 13 marzo 2015

Tre film in dieci righe (o poco più)

Sarò breve, ma non troppo. Più di dieci giorni di assenza, mal di testa, pensieri, inizi, conclusioni e nuovi progetti, nuove speranze, puntini di sospensione e puntini sulle i. Giorni di quasi astinenza dal virtuale, ma non di inattività. 
Per dare i numeri, tutto ciò si traduce in sei film, di cui due al cinema e quattro in poltrona a casa, e svariati libri che tengo sul comodino da svariati mesi, con la solenne promessa di ultimarli prima o poi, e parlarne, perchè vale la pena condividerne la bellezza. 
Sarò breve, l'ho promesso. Dunque, brevemente, ecco tre dei sei film degli ultimi dieci giorni. Ok. Basta coi numeri.



NOI E LA GIULIA 
Trama: Alla soglia dei quarant'anni, Diego (venditore di auto incapace di entrare in empatia con il cliente), Fausto (uomo televendita truzzo al punto giusto e pieno di debiti) e Claudio (separato, dopo aver mandato in rovina la gastronomia della famiglia di sua moglie), decidono di cambiare vita e si ritrovano a condividere il loro piano B nell'acquisto di un casale di campagna da convertire in agriturismo. Ad affiancarli, il tardocomunista Sergio e la sognatrice incinta Elisa. Dovranno fare i conti con la mala locale che tenterà di piegarli con il ricatto e l'estorsione. I cinque riusciranno però a dare del filo da torcere ai signorotti del malaffare. 
Giudizio: Agrodolce commedia sulle seconde chances che se non arrivano (in realtà, in Italia non arrivano neanche le prime!), bisogna andarsele a cercare. Per quanto i quattro protagonisti possano rientrare nelle categorie stereotipate rispettivamente dello sfigato (Stefano Fresi), del tamarro razzista (Edoardo Leo), dell'idealista inconcludente (Luca Argentero), del comunista nostalgico (Claudio Amendola), il film va oltre i clichè della commedia all'italiana e risulta godibile, originale e ben interpretato. Sono di parte, ma la location ci mette del suo e rende la storia ancora più suggestiva: la campagna lucana, che si concede alla cinepresa coi colori pieni e sensuali di un'attrice consumata. Particolarmente apprezzabili le prove di Amendola, finalmente liberato dalle catene dei Cesaroni, e Buccirosso, che evita per tutto il tempo di cadere nella macchietta scontata della comicità partenopea. 
Voto: ★ ★ ★
Noi e la Giulia. Diretto da Edoardo Leo, con Luca Argentero, Edoardo Leo, Stefano Fresi, Claudio Amendola, Carlo Buccirosso e Anna Foglietta. 2015 

GRAND BUDAPEST HOTEL 
Trama: Nell'immaginaria Zubrowka degli anni '30, sorge l'elegante Grand Budapest Hotel, albergo frequentato da ricchi e aristocratici in cui l'affascinante Monsieur Gustave (Fiennes) non svolge solo il ruolo di concierge, ma intrattiene relazioni più o meno clandestine con ricche e attempate signore dell'alta società. Una di queste gli regala un prezioso dipinto, del cui furto Gustave sarà accusato dagli eredi alla morte della donna. Da questo episodio prende il via una serie di rocambolesche avventure, in cui il portiere d'albergo sarà aiutato dal fedele Zero Moustafa che erediterà il privilegiato incarico. 
Giudizio: Film colorato e ambientato in un'atmosfera rarefatta e surreale. Un cast di stelle degno di nota regala splendidi camei. Ralph Fiennes è superbo e si difende bene anche il per me fino ad ora sconosciuto Tony Revolori, il Lobby Boy, suo compagno di avventure. Tuttavia, nonostante gli evidenti riferimenti alla realtà (i totalitarismi dell'Europa del primo Novecento e le discriminazioni razziali), dialoghi brillanti e ritmo intenso, credo sia stato piuttosto sopravvalutato per essere tra le pellicole candidate all'Oscar come Miglior Film. Oscar invece meritatissimo, e non solo per orgoglio italiano, alla "nostra" Milena Canonero: costumi (e scenografie) sono delle vere e proprie opere d'arte. 
Voto: ★ ★ ★★ (sarebbero tre, ma una va all'Oscar italiano...)
Grand Budapest Hotel. Diretto da Wes Anderson, con Ralph Fiennes, Edward Norton, Jude Law, F. Murray Abraham, Mathieu Amalric, Willem Defoe, Jeff Goldblum, Bill Murray, Saorsie Ronan, Tilda Swinton, Adrian Brody, Owen Wilson, Tony Revolori. 2014 

I SEGRETI DI OSAGE COUNTY 
Trama: In un torrido agosto, Beverly Weston scompare misteriosamente con la sua barca, lasciando a casa una depressa moglie malata di tumore, Violet, (la Streep) e una figlia in pena per lui. Per capire che fine abbia fatto il padre, si precipitano a casa anche le altre due figlie della coppia: Barbara, (J. Roberts) con figlia adolescente e in crisi con il marito (McGregor) e Caren, svampita terzogenita con accanto un viscido milionario. Accorrono anche la sorella di Violet, con marito e figlio. Alla notizia della morte di Beverly per suicidio, vengono a galla segreti e rancori di una famiglia che difficilmente arriverà alla riconciliazione. 
Giudizio: Guardi il trailer, leggi i nomi del cast e pensi che si tratterà di un gran bel film. Pubblicità ingannevole. Ecco tutto. Cioè, il film non è male, ma non è all'altezza delle aspettative. C'è troppo di tutto: troppo drammatico, troppa sofferenza, troppo rancore, troppe parolacce, troppe tragedie che se concentrate tutte in una famiglia... beh, è davvero troppo! Neanche la Streep e la Roberts troppo brave (e McGregor anche troppo bello) sono riuscite ad appassionarmi più di tanto. Se un merito lo ha, questo film mi ha fatto riconsiderare Julia Roberts che non mi è mai piaciuta tantissimo come attrice: con la "maturità" (... quant'è brutta questa parola!) è diventata più intensa. Chi l'ha detto che dopo i quaranta, le attrici americane non hanno più niente da dare? 
Voto: ★★ 
I segreti di Osage County. Diretto da, con Meryl Streep, Julia Roberts, Juliette Lewis, Ewan McGregor, Sam Shepard, Benedict Cumberbatch, Abigail Breslin, Chris Cooper. 2013

2 commenti:

  1. Concordo perfettamente! Specialmente con The Grand Budapest Hotel e I segreti di Osage County: ben riuscito il primo per la regia e i colori (parliamo della classe della Canonero all'acceptance speech per l'Oscar!), molto deludente il secondo, considerando che nel cast ci sono due delle mie attrici preferite, legate però, ahimè, al dolce "La mia Africa" e al sensuale "Pretty Woman" che a quanto pare si sono rivelati standard troppo alti per riconfermare la bravura della Streep e della Roberts. Il personaggio che più mi ha incuriosito è la cameriera "pellerossa": sarebbe stato interessante raccontare le tragedie della famiglia Weston con i suoi occhi! Sono curioso delvfilm nostrano... lo aggiungo alla lista di film "da vedere" :)

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    1. Hai ragione, Gianvito. Sarebbe stata un'ottima idea se il punto di vista in Osage County fosse stato quello della cameriera. Originale e più credibile. Secondo me per come è reso, è abbastanza pasticciato.
      Se ti capitasse di vedere Noi e la Giulia, sarei curiosa di conoscere il tuo parere. E soprattutto di sapere se anche tu hai l'impressione di essere troppo abituato al cinema americano per apprezzare quello di casa nostra. Io credo di commettere spesso l'errore (anche involontario) di usare il cinema americano come termine di paragone.
      Mi auguro che avremo presto modo di parlarne più approfonditamente! :)

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